sommario












The Black Swan
incorrect lighting on Asinelli tower in Bologna.
Bologna Old Town, 2016. 













I am amazed when I hear that the site appears not easy to use. They are images with caption. Perhaps it is inconceivable to work this way, that is to think of the reading of the documentation as the experience of the work. In my opinion many look for the object, the "what to put on display." I do not know...
"Situationism media" is a correct definition. remember that artist who wore a colored bar in the spaces? I will not name. The thing that interests me is that in this case work and spectator are immobile (no one brings something in one place, no one has to move into a space in search of do not know what ...), but at the same time are "fast" because it's always where the work (the place where you see the documentation). But that's what happens even when we read of Syria or other things that happen. I do not think the keyword is novelty or innovation, as awareness. BMW would not know where to invest in this case, as each project does not foresee any resource consumption. This work is "idiot" than the system. But for this bypasses the system itself. Now I made a summary to highlight some important steps: http://whitehouse2014.blogspot.it/p/il-blog-di-luca-rossi-su-huffington.html

Each work is like a black hole to another gravitational force that has sucked the whole process that goes from power the lights in the studio until the last spectator leaves the museum on the last day of the exhibition. I realize that the component of "entertainment" is minimized. But I think it's fair view of the tendency of art to become a way to make sophisticated entertainment or do promotion for the public or private duty. This way of working is assimilated with difficulty by insiders that to justify their remuneration must perpetuate antiquated models and formats.









so let's leave so
wood.
Musei Capitolini
Rome, 2016.



The statues of Rome covered during the visit of Iranian President Hassan Rouhani, not only represent the condition of Italy but of all the contemporary West. My proposal is to leave the statues covered as if this were a precise artistic choice. Those white shells seem to be back marble cubes, from which every citizen is called to a deep reflection to discover, rediscover and "sculpt" their identity.

Sign the petition to leave the statues covered: click here



The point is not to see the work where there is but where is not there.

It does not waste time or money. The museum is always where you are.


"“Digital as a dimension of everything" was a motto coined by the Tate in 2013. If this credo hasn't come to your local art museum, it will soon. The tension/fusion between smartphone and art will clearly be one of the dominant themes of the immediate future." (Ben Davis)

"Invece che subirla o resistervi per inerzia, il capitalismo globale sembra aver fatto propri i flussi, la velocità, il nomadismo? Allora dobbiamo essere ancora più mobili. Non farci costringere, obbligare, e forzare a salutare la stagnazione come un ideale. L'immaginario mondiale è dominato dalla flessibilità? Inventiamo per essa nuovi significati, inoculiamo la lunga durata e l'estrema lentezza al cuore della velocità piuttosto che opporle posture rigide e nostalgiche. La forza di questo stile di pensiero emergente risiede in protocolli di messa in cammino: si tratta di elaborare un pensiero nomade che si organizzi in termini di circuiti e sperimentazioni, e non di installazione permanente, perennizzazione, costruito. Alla precarizzazione dell'esperienza opponiamo un pensiero risolutamente precario che si inserisca e si inoculi nelle stesse reti che ci soffocano."
Nicolas Bourriaud


"If I imagine, I see. What else do I do if I travel? Only the extreme weakness of the imagination justifies that one must move to feel"
Fernando Pessoa

"Irregularities and exceptions are often what prevents the system from crashing"
Hans Ulrich Obrist

Cy Twombly : (silenzio)
“La gente non vuole più fare il pubblico, né l'allievo, vuole entrare nella cosa, ossia sente che c'è già dentro.”

Noi non cesseremo l’esplorazione e la fine di tutte le nostre ricerche sarà di giungere là dove siamo partiti, e conoscere quel luogo per la prima volta.
T.S. Eliot – Quattro quartetti







If you don't understand a thing look it up on youtube

3D letters, various material.































































with tip fingers all around you

land, graphite, various material.



Abbazia di Sénanque (Gordes, Francia)







scroll down (la via o il sentiero)

action, photo documentation, display case, various material.



















 


















In quella situazione soffocante e caotica mi era sembrato naturale ricostruire un senso. Vedo questo intervento come un attentato positivo, volto a ricostruire il senso piuttosto che distruggere un luogo. Solo dalla documentazione della teca emerge un micro-universo, composto da diversi elementi e da figure riflesse all'interno della teca, fino anche un piccolissimo Tao. Mi piace come questa teca appaia vuota quando invece non lo è. Il mio fotografare ossessivo induceva i turisti a rallentare il passo. Un tempo di decompressione e rallentamento sempre più fondamentale per poter "fare le differenze". Questa teca vive solo qui, nella sua documentazione. Una dimensione fluida e complessa, determinata dalle foto ma anche dall'azione fatta quel giorno e dalla teca che anche adesso, forse, è ancora esposta. Mi interessa questa natura complessa dell'opera, capace di reagire alla rigidità dell'installazione permanente e alla fragilità di una teca vuota. L'opera vive in una dimensione "risolutamente precaria" (Bourriaud), che per usare la definizione dell'economista Nicolas Taleb, potremo definire "antifragile" come qualcosa capace di non soffocare e di non spezzarsi. 
























The spots on the screen of your display II
galleria zero milano


























18cda
wood.
London, 2016.



The numbness and lack of critical sense require simple messages, possibly rhetorical, possibly on news stories where a dominant macro-Power has created yet another injustice. Banksy in this is very good. It's not about making yet another opera but inizarla to see where there seems to be, in this way we can make a revolution. The Banksy art problem, as much art, between the provocation and social commitment, is to bring matters to a macro sense, when it is already clear that the only political space left both our micro. Our private and local dimension. Our house is the only parliament. As if one reminded us every day that the solution lies on Mars. The thing becomes irritating especially if injustice is exploited with the same speed with which the passer or the museum spectator, the digest and forget after two seconds.


L'intorpidimento e l'assenza di senso critico richiedono messaggi semplici, possibilmente retorici, possibilmente su fatti di cronaca dove un macro-potere dominante ha creato l'ennesima ingiustizia. Bansky in questo è bravissimo. Non si tratta di fare l'ennesima opera ma di inizarla a vedere là dove sembra non esserci, in questo modo possiamo fare la rivoluzione. Il problema dell'arte di Bansky, come di molta arte, tra la provocazione e l'impegno sociale, è quello di portare le questioni ad una dimensione macro, quando è ormai evidente come l'unico spazio politico rimasto sia il nostro micro. La nostra dimensione privata e locale. La nostra casa è l'unico parlamento. Come se uno ci ricordasse ogni giorno che la soluzione sta su Marte. La cosa diventa irritante soprattutto se l'ingiustizia viene strumentalizzata con la stessa velocità con cui il passante o lo spettatore del museo, la digeriscono e la dimenticano dopo due secondi. 
















...plays... (place+rays)
varsaw gallery 



















Face plays (venice biennale press image)
venice biennale 2015























the spots on your display 
fondazione maramotti
gamec 











introduzione a "quasi dimentichiamo..."







Due dei primi interventi nel 2009 furono nella galleria zero e nella galleria massimo de carlo. Ricordo anche One Calder (letto al contrario "calderone") una mostra piena di opere d'arte di giovani artisti dentro agli uffici immobiliari Imperatore di Milano. Il collezionista è Mariano Pickler che una decina di anni fà veniva chiamato "San Mariano" da molti galleristi nostrani. 

Nel primo intervento da Zero venivano come cancellate due opere, ma si potrebbe pensare anche come ad un sovraccarico formale. Come se portassimo in una galleria contemporaneamente tutte le opere transitate per quel luogo. Dopo pochi giorni, quando si diffuse questo intervento, dal sito della galleria sparirono le foto delle opere e rimasero solo i curriculum vitae, precipitati di luoghi e pubbliche relazioni. Una deriva acritica dove le cose che contano sembrano unicamente luoghi e pubbliche relazioni. Ma anche una natura diversa e complessa dell'opera d'arte, dove l'oggetto convenzionale riveste un ruolo marginale. Dopo pochi giorni la redazione di questo blog modificò un comunicato stampa della mostra di George Condo presso la galleria massimo de carlo. Gli utenti del blog venivano invitati ad ordinare un pizza da far recapitare in galleria durante gli orari della mostra. Anche in questo caso la natura dell'opera diventava qualcosa di più ricco, fluido e complesso. L'arrivo delle pizze e del ragazzo delle pizze avrebbe modificato la fruizione e l'esperienza delle opere di George Condo. 

La selezione che troverete di seguito, "quasi dimentichiamo dove sono le porte", non vuole essere in un luogo determinato. Il luogo è sempre e solo dove ci troviamo e dove vi trovate. Si passa dal monumento, inteso come opere convenzionale, al documento come qualcosa di maggiormente flessibile e fluido che si contrappone all'idea di crisi esorbitandola. Per usare le parole di Nicolas Bourriaud viene sviluppato un pensiero "risolutamente precario", definendo nuovi protocolli e nuove concezioni rispetto l'idea di installazione e fruizione dell'opera.